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20 MAGGIO 2012 – TERREMOTO IN EMILIA

IL RICORDO DI GABRIELE

Il 20 maggio 2012 alle ore 04:03, un terremoto con epicentro nel territorio comunale di Finale Emilia, ha dato inizio al calvario delle popolazioni delle province di Mantova, Modena, Ferrara e Rovigo. Alla fine, le persone decedute saranno 26...
Il 21 Maggio, i dirigenti di Croce Verde vengono contattati dall'ufficio di competenza di ANPAS Lombardia , la richiesta di disponibilità è di partire per il primo campo di accoglienza di Mirandola. Nel tardo pomeriggio vengo contattato dal Resp. di Protezione Civile, il quale chiede la mia disponibilità a partire. Non ho esitato a dare la mia piena disponibilità...
L'indomani mi reco in sede per un briefing organizzativo, lì apprendo che per Croce Verde partiremo inizialmente in due, io e Riccardo.
Durante l’incontro abbiamo parlato delle mansioni da svolgere al campo e del rigido regolamento da rispettare. Il periodo richiesto era dal 26 maggio al 02 giugno, ci siamo accordati sull’orario di partenza e poi ci siamo salutati.
Arriva il giorno della partenza, Riccardo ed io carichiamo tutto il materiale e le nostre borse sul mezzo associativo, controlliamo di non aver dimenticato nulla, salutiamo i volontari che sono in turno e partiamo alla volta di Reggiolo, luogo dell’appuntamento con degli altri volontari che avrebbero condiviso con noi la spedizione. Arriviamo al punto d’incontro, i nostri compagni di viaggio ci stavano aspettando, sono Gianpaolo, Matteo ed Eleonora della Croce Verde di Mantova, anch'essi destinati al campo "Costa" di Mirandola.
Arriviamo alle ore 8 circa, eravamo una cinquantina di volontari ANPAS davanti al cancello del campo, provenienti da tutte le regioni d’Italia tutti in attesa di essere accreditati in segreteria.
Appena ultimate le registrazioni, si è svolta una breve riunione di presentazione delle varie Associazioni al Responsabile di campo, il quale ci ha accolto con caloroso saluto. Durante l’incontro ci ha spiegato le varie regole e orari da rispettare all’interno del campo. Prima di chiudere la riunione, sono stati assegnati ai volontari i vari ruoli che dovevamo ricoprire durante la nostra permanenza al campo .
Il campo di accoglienza era stato creato in un parcheggio esistente, dove erano già montate:

- 50 tende
- 1 tensostruttura adibita a mensa
- 1 cucina da campo
- 1 tenda adibita alla segreteria
- vari container adibiti a magazzino
- 6 moduli adibiti a servizi igienici e docce
- 1 ambulatorio Medico (guardia medica)

Tutto il campo era delimitato da una recinzione di protezione con un passo carraio, dove ogni ospite entrava e usciva liberamente, unico obbligo era quello di presentare all’entrata, un pass rilasciato dalla segreteria con un documento d’identità.
Io, Riccardo, Gianpaolo e Matteo eravamo al logistico, per cui svolgevano varie attività secondo le esigenze del campo, mentre Eleonora era in segreteria.
I lavori erano organizzati per turni e orari definiti dalla segreteria. Il sabato abbiamo pulito il campo e raccolto i sacchi dei rifiuti, poi abbiamo scaricato alcuni container pieni di tende abitative appena arrivati dal ministero.
La domenica mattina abbiamo iniziato a sistemare le ultime tende, il campo era definitivamente allestito. Nei giorni successivi abbiamo svolto altri lavori di pulizia del campo, raccolta dei sacchi dei rifiuti, movimentazione casse di generi alimentari, sorveglianza notturna del campo e del passo carraio, pulizia dei bagni, addetti alla cucina, controllo tende, ecc.. insomma dei factotum!
I volontari al campo erano ragazzi che partivano dai 18 anni fino al ” nonno” che di anni ne aveva 70, alla sua 1° missione, proveniente dalla Valle d’Aosta. Sempre nel gruppo della Valle d’Aosta c’erano altri quattro simpatici amici, con i quali ci siamo affiatati subito, oltre ai due livornesi instancabili alla carraia, i ragazzi di Roma della Toscana e Antonio della Sardegna! Ricordarli tutti è dura ma i volti e i sorrisi sono ancora ben impressi nella mia mente.

29 MAGGIO 2012

Gianpaolo ed io, stavamo raccogliendo i rifiuti lungo i viottoli, quando alle 9 circa abbiamo sentito un forte boato e poi la terra ha cominciato a muoversi per alcuni secondi, a fianco del campo c’era una strada con alberi di 6 metri di altezza, che durante quegli attimi si piegavano come fossero di gomma.
Gianpaolo ha perso l’equilibrio e per non cadere si era ancorato alle corde delle tende, io per non cadere sui picchetti sono corso verso il centro del piazzale dove sostavano volontari e ospiti, qualcuno era caduto a terra perché come Gianpaolo, aveva perso l’equilibrio. Poi si è fermato tutto, qualche secondo di silenzio, poi si sono sentiti i rumori dei crolli di case, la gente che urlava, chi aveva delle crisi di panico, chi piangeva.
Nei minuti successivi c’è stato il caos, il panico generale, la gente sembrava impazzita. Nell’aria si udivano sirene che andavano in ogni direzione, i mezzi dei vigili del fuoco che sfrecciavano davanti al nostro campo, ambulanze, polizia... Appena superato lo shock iniziale abbiamo iniziato ha prestare i soccorsi agli ospiti presenti al campo. Io, Gianpaolo e Eleonora con altri ragazzi, abbiamo prestato soccorso ad alcuni anziani che abitavano nel giardino della loro casa di fronte al campo, poi siamo stati chiamati da altre persone, che abitavano in una palazzina a 200 metri dal campo, che ci segnalavano che alcune persone si erano procurate escoriazioni scappando dalla loro casa. Il più grave è stato un ragazzo cinese, che al momento della scossa era sul balcone del suo appartamento, preso dal panico si è gettato dal balcone procurandosi un grave trauma cranico, i famigliari l’hanno portato in macchina al campo perché avevano visto l’ambulanza.
Come lo abbiamo visto, io ed Eleonora ci siamo resi conto che le sue condizioni erano molto gravi, abbiamo chiamato il medico di guardia presente al campo, lo ha visitato e ha disposto ai volontari in servizio al campo il trasporto immediato in ospedale con la loro ambulanza. Purtroppo qualche giorno più tardi abbiamo saputo che non ce l’ha fatta.
Dopo circa due ore la situazione è tornata alla normalità, gli ospiti sono più tranquilli, insomma il peggio sembrava essere passato. Alle 12.30 apre la mensa e i primi ospiti si mettono a tavola, parlano fra loro si confrontano, esternano le loro paure, tutto ormai sembrava finito. Alle 12.55 arriva la seconda scossa di terremoto meno forte della precedente, ma comunque importante, tutti gli ospiti seduti a tavola si alzano per scappare, c’è chi urla e a chi vengono attacchi di panico. Dopo tutte le nostre raccomandazioni, si sono tranquillizzati quasi subito ed hanno ripreso a mangiare, ma ecco che 5 minuti dopo arriva la terza scossa meno forte delle precedenti, ma questa volta da parte degli ospiti non ci sono stati episodi di terrore. Nel pomeriggio, cominciano ad arrivare delle persone esterne al campo, che ci chiedevano la possibilità di mangiare e lavarsi all’interno del campo, perché con le scosse della mattina i condotti del gas e dell’acqua erano stati chiusi in via precauzionale. Il Capo Campo si è messo in contatto con il C.O.M. chiedendo informazioni, dopo qualche minuto ha autorizzato il nostro campo a dare i pasti anche ai non “residenti” e a utilizzare le docce e servizi igienici, per il tempo necessario al il controllo e al ripristino delle reti idriche e del gas.
Mercoledì non ci sono state scosse (o almeno non le abbiamo percepite) e la vita al campo procedeva in tranquillità a parte "l'invasione" di vari giornalisti, fotografi delle televisioni nazionali.
Il Giovedì, durante l'espletamento delle normali attività del campo, inizia a circolare la voce che, nel pomeriggio, arriverà in visita nelle zone colpite dal sisma il Capo del Dipartimento della Protezione Civile. Durante il pranzo, la notizia è confermata, verso le 18.30 arriverà a Mirandola, e verrà in visita al nostro campo!
Ecco che alle 18.30 circa, arrivano 2 auto, su una di queste viaggiava Franco Gabrielli, il Capo della Protezione Civile. Subito accolto dal capo campo e dai suoi collaboratori., come normale che sia, ha voluto fare una visita del campo, ha scambiato qualche parola con volontari ed ospiti e prima di ripartire è andato alla mensa per salutare gli ospiti e i volontari.
Sabato 2 Giugno, sbrighiamo le nostre ultime mansioni al campo per poi preparare i nostri zaini e fare ritorno a casa. Nell’aria c’è il profumo di festa per il ritorno casa ma anche di tristezza e commozione, perché purtroppo con molti volontari non sarà facile rivedersi di persona, vista la distanza.
All’appuntamento davanti alla tenda della segreteria, il gruppo è quasi al completo, iniziamo a fare le prime foto, iniziamo a raccogliere gli indirizzi e-mail e a firmare le magliette associative da portare a casa come ricordo di quei momenti passati insieme.
Intanto all’esterno del campo, iniziano ad arrivare i volontari che di daranno il cambio, noi attendiamo solo il via libera del capo campo per partire. Ecco, da lì a poco arriva l’ok, tutti pronti si parte, gli ultimi saluti e strette di mano e via sui rispettivi mezzi per tornare a casa.

Non ero alla mia prima missione ma mi rendo conto che le emozioni che si provano sono sempre indescrivibili...

Un saluto a tutti
Gabriele